Bikini, 75 anni e non sentirli. O forse sì?
Oggi è impensabile andare al mare senza bikini, uno indossato e almeno uno di ricambio. Sembra un capo estivo esistito da sempre, come se quella lunga e lenta evoluzione fosse invece una linea circolare senza inizio né fine. Ma la sua storia racconta di lunghe lotte contro critiche e pregiudizi, contro l’accusa di oscenità e volgarità, contro la negazione della libertà femminile.
Il 5 luglio del 1946 l’ingegnere Louis Réard lanciò il bikini, il più piccolo costume in due pezzi che, oltre cosce e schiena, lasciava scoperto per la prima volta il ventre. Una vera rivoluzione culturale che tra scandalo e successo trovò forza e affermazione grazie alle dive del cinema, che se ne innamorarono a prima vista.
Un’idea esplosiva quella del sarto parigino Jacques Heim. Fu lui nel dopoguerra ad inventare “Atome” il primo modello di due pezzi, poi perfezionato e ridotto fino a scoprire l’ombelico da Louis Réard. Nel ’46 il “bikini” prese il nome dall’atollo omonimo delle Isole Marshall, bombardato in quegli anni dai test nucleari americani. Un nome nient’affatto casuale! Venne indossato per la prima volta senza remore dalla diciottenne Micheline Bernardini, spogliarellista al Casino de Paris.
Iconici alcuni modelli che hanno segnato la storia della moda mare. Quali?
Una lolita conturbante, Lucia Bosè vinse Miss Italia nel 1947.
Seducente ed elegante, Sofia Loren si aggiudicò con un bikini in raso il titolo di Miss Eleganza nel 1950.
Casto e sensuale, il costume indossato da Marilyn Monroe nel 1951, tra drappeggio e pois.
Bianco con cintura, nel 1962 col film “Licenza di uccidere” Ursula Andress diede piena consacrazione al bikini.
Due pezzi in pelle, Raquel Welch nel 1966 in “Un milione di anni fa” mostrò una bellezza selvaggia e travolgente.
Non c’è dubbio che senza la mediazione del cinema, tra bigotti e moralisti benpensanti, il bikini non sarebbe mai arrivato in spiaggia. E se oggi il due pezzi è un capo imprescindibile, seducente, comodo e diffusissimo, è perché quei 75 anni di storia sono stati lunghi, rivoluzionari e vissuti all’insegna di un’idea di moda tanto frivola quanto densa di significato: libera.