Armani omaggia la sua Milano
Con la nuova collezione “Privé” Giorgio Armani ha rinunciato ad una sfilata vera, agli ospiti e ai mille occhi puntati sugli abiti in passerella. Ma non ha rinunciato all’idea di rinascita lanciata da Palazzo Orsini, cuore della maison Armani, durante il defilé digitale. «Un riconoscimento a quello che Milano può ancora essere – spiega lo stilista alla stampa – un’isola di eleganza e pacatezza, di bellezza non esibita».
Un racconto della città meneghina che ne esalta rigore e frivolezza, eleganza e funzionalità, attraverso creazioni meravigliose e senza tempo. Tailleur pantaloni gioiello in seta e lamé, capolavori in velluto e ricami di cristallo, giacche in seta e cashmere, tuniche impalpabili di satin, abiti di tulle con cascate di gemme. Creazioni leggere e raffinate, con trasparenze preziose e ricami scintillanti, dai colori gentili e intesi, dal rosso magenta al verde acqua, dal grigio luna al blu notte. «L’altro giorno guardavo le strade di Milano vuote, senza gente e pensavo: “che bei palazzi, che eleganza” – racconta Giorgio Armani – Parigi ammalia con i suoi stucchi dorati, New York è vittima del suo esibizionismo. A Milano invece si può camminare per strada e osservare quello che c’è attorno e scoprire aspetti nuovi e sorprendenti».
A stupire in chiusura è l’abito “corteccia” che ha richiesto ben tre mesi di lavoro: una nuvola di 150 metri di tulle blu cobalto che ricorda la corteccia di un albero, simbolo possente della natura. «È una citazione al rispetto che chiedo per la Terra e per la natura. Occorre rispettarle e capire che la nostra vita vale al di là delle feste, dei viaggi, dei divertimenti e delle stravaganze. Se non abbiamo più una Terra, un pianeta, neanche i soldi serviranno più a qualcosa».